DI WALTER GALASSO
Un uomo, ma lo chiamano barbone,
gli antipodi dell’oro, il viso moro
come in un lavoro nel carbone,
spoglio dell’orgoglio che odia il disdoro;
di notte è un caro amico del cielo
ché nessun tetto giace in mezzo a loro:
bussola impazzì e su mete fu un velo.
Sogna ancora, poi lo assale l’aurora,
che solo ad altri dà elettrico zelo
e una energia sorella di bora.
Il suo giorno, letargo di marmotta,
-vita che arretra, nessun fiore odora-,
è tempo senza sale e senza lotta,
la luce complica il suo abbandono,
ma voto di altri è uno zero in condotta,
lui solo a sé ha da chiedere perdono.
Walter Galasso
Quanta bellezza!!!