TIROCINIO TIRO MANCINO   [Microracconto  6]

DI WALTER GALASSO

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   Rocco, fresco di diploma, riceve -prima del previsto- da un’azienda la lettera di ammissione a un tirocinio estivo di orientamento. Non ci può credere.
   Innanzitutto sono “lieti”, un umore che esclude la pista dei fronzoli burocratici. La formula sottintende una rispettosa gioia dei responsabili, vip che pensando alla sua inclusione stanno bene, sono contenti, fischiettano, offrono da bere a sconosciuti.
   Poi “comunicarLe”: la maiuscola lo riempie d’orgoglio. D’ora in poi quasi nulla sarà più come prima, lui entra ufficialmente a far parte di chi ha una particolare dignità. C’è una lieve contraddizione tra “fini orientativi” e “addestramento pratico”: i primi sembrano aulici e astratti, i secondi, al contrario, fanno pensare a un sergente di ferro che ti fa fare un sacco di flessioni. Uhm… non fa niente.
   Il giovane continua, con attenzione febbrile, la lettura della missiva. Percepisce “alternanza tra studio e lavoro”: è proprio vero, smette di essere un pivello. Lo studio, certo, è bello, però non conti.
   Questi notabili escludono “vincoli di subordinazione”, e la generosa, democratica concessione lo tranquillizza, non vi è all’orizzonte nessun duce a cui portare la borsa.
   La cronologia dell’avventura non lo interessa. “Ella sarà assicurata mediante specifica convenzione con …”. Con questo successo la positività della lettera addirittura s’impenna. Gli vengono altresì riconosciuti, in un crescendo d’incassi morali, “responsabilità civile”, un tutore  -mizzica, roba grossa!-  al livello didattico-organizzativo delle attività e l’erogazione d’una borsa-lavoro, con un importo mensile particolarmente notevole. A un’area della mente del lettore ‘sta cifra pare troppo bella per essere vera.
   Suggella il tutto la firma in calce del promotore. Rocco, ovviamente, non ci pensa due volte:  la sua sottoscrizione, per presa visione e integrale accettazione del contenuto, è una raggiante formalità.
   Peccato che il documento sia farlocco. Rocco, sigh, s’è buscato un tarocco, beffarda opera di Massimiliano, il suo più caro (?) amico -gli invia un SMS: “Ci hai creduto!!! Faccia di velluto! Ciao, Rocco l’allocco”-. Uno scherzo da prete, anche se questo maschio di vipera non è mai andato in seminario.

Walter Galasso