COLPO DI SCENA  HARD-CORE NEL PUB  ‘HUB’   [Racconto  8]

DI WALTER GALASSO

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   Simonetta, squinzia tutto pepe, aspirante influencer, chiacchiera con un’amica nel pubblico esercizio in cui lavora, il pub ‘Hub’. Un locale ubicato in pieno centro, gettonato punto di riferimento nella movida di questa cittadina.
   La signorina è stata assunta dal boss, il titolare Giulio Nascibeni, dopo un informale colloquio, una sorta di ‘provino’ in cui l’uomo ha potuto appurare al cento per cento tutto il suo talento. Ne ha apprezzato la sciolta parlantina, la congenita capacità d’entrare in empatia con il prossimo, la discreta cultura generale, il savoir-faire, l’abbondante dose di souplesse, la buona conoscenza della lingua inglese, per non fare che qualche esempio dei suoi punti di forza a livello professionale. Ha giovato altresì alla causa (della sua assimilazione nello staff) il suo aspetto fisico. La ragazza, infatti, pur non essendo un’autentica venere, è desiderata da molti spasimanti, aficionados che farebbero carte false per fare breccia nel suo muliebre cuore. Purtroppo per questi drudi la girl è felicemente fidanzata con il suo promesso, Beppe Liorno, un guaglione che crede d’essere gajardo con l’i lunga/o. Crede e glielo fanno credere le donne che gli corrono dietro, corteggiatrici fra cui conta Pamela.
   Proprio di costei adesso, nel pissi pissi dentro ‘Hub’, parla a Simo la sua interlocutrice, Mara, una pettegola che non si fa mai i fatti suoi. Le sta dicendo, mettendole una pulce nell’orecchio, che ha visto quella rozza e disinibita sciacquetta, una poco di buono avvezza a sfasciare altrui fidanzamenti, in compagnia del suo Beppe. Non si scambiavano effusioni amorose, questo no, non li ha percepiti, coi propri occhi, mentre si davano un bacio in bocca, french kiss con la lingua, o, peggio ancora, mentre pomiciavano in stato di PALESE eccitazione sessuale, però secondo lei nemmeno si stavano limitando a interagire come due normali amici. C’era del tenero, stavano fiorendo, sia pur allo stato embrionale, delle affinità elettive, e poi quella stronza faceva la spudorata civetta. Eh, su questo non ci piove, “meno male, cara Simo, che non l’hai vista”. E inizia a descrivere il suo look. Nella velenosa tessitura di questa esternazione al vetriolo è fin troppo chiaro dove l’arpia vada a parare. Vuole dipingere quella donna come una specie di larvata etera, una escort che con quel fenomeno eccezionalmente vuole fare sesso gratis, una libertina vestita in modo osceno, disinvolta nell’attentare al comune senso del pudore, agghindata come una lubrica tr…onista in gonnella per scatenare una lussuriosa tempesta ormonale in Beppe. Che, se la memoria non la inganna, ne pareva molto preso. Il fellone pendeva dalle sue labbra, ogni tanto gettando di straforo uno sguardo da satiro sulle sue gambe, in bella evidenza, dato che quella provocante bionda aveva una gonna cortissima.
   Mara vuole mettere in guardia l’amica, farle capire che il suo ragazzo non è detto che le rimanga fedele per l’eternità. Poi indirizza contro questo giovane, noto per essere un maniacale Otello, un j’accuse per la sua incoerenza di stampo maschilista. “Con te è asfissiante, ti tempesta di telefonate, quando siete distanti, per tenerti sotto controllo, ammorbato da una gelosia patologica e quasi imperialista -della serie: io sono il padrone di Simonetta-, mentre lui può fare quello che gli pare e piace, anche il gallo della Checca al centro di un harem”. No, così proprio non va: in amore, come in tutto, deve trionfare una democratica par condicio, altrimenti, se le pari opportunità lascino il posto a un rapporto fra un duce onnipotente e un’ancella mogia mogia, disposta a dirgli sempre “Sì”, si è in presenza di una pseudorelazione sentimentale, inquinata dall’egemonia autoritaria e militare del maschio stronzo. Questa, in estrema sintesi, la morale della favola nel gossip dell’oratrice, che sta mettendo zizzania, senza scrupoli, in una coppia molto affiatata.
   La megera si presenta spesso come una persona contrassegnata da una fulgida onestà intellettuale, una che in ogni suo ragionamento rifugge da pregiudizi, sempre aliena da preconcetti, vogliosa di pensare costantemente, h24, come una filosofa al di sopra della mischia. Nulla di più falso. La sua psiche, traviata sin nel DNA, è lontana anni luce da un encomiabile amor di verità. Nel suo presente tentativo di screditare davanti a Simonetta la reputazione del suo boyfriend, dandole a intendere di averlo colto con le mani nella marmellata mentre le mancava di rispetto flirtando con un’altra, pare mossa, in ultima analisi, dalla cosiddetta Schadenfreude, cioè dal piacere provato per il male altrui. La Mara, frustrata e acida per la sua condizione di single infelice, drammaticamente in crisi per la sua impossibilità di festeggiare San Valentino, desidera, con dissimulata meschinità, che questa coppia scoppi. E poi, a parte l’ambito psicologico di causalità in cui affonda le sue radici questa (falsa) testimonianza -s’è inventata di sana pianta il rendez-vous fra il compagno di Simo e Pamela-, si comporta decisamente male, agli antipodi dell’abbiccì del bon ton, nel pronunciare davanti all’amica parole che, a prescindere dal loro grado di verità, possono ferirla di brutto, arrecare un grave nocumento alla sua serenità. Comunque, a parte il danno all’interlocutrice, sta sparando fake news.
   Questo pensa la dottoressa Sonia Bruschini, entrata poco fa, per ordinare un aperitivo a bassa gradazione alcolica. È una giovane donna in carriera, lavora in un ufficio ubicato sopra ‘Hub’, un’avvocatessa sempre sul pezzo, indefessa, campionessa di professionalità. È passata alla Storia di questo quartiere per aver sgobbato tutta una notte, fino alle prime luci dell’alba, per redigere un importantissimo documento, afferente una causa in tribunale. Un giornale, nel commentare questa corvè, una performance più unica che rara, ha pubblicato l’editoriale “Bene, brava, bis!”  -il direttore è un caro amico di suo zio:   un’innocente coincidenza-.  Solo ogni tanto si concede un break, ci sta, anzi è bene che si comporti così, altrimenti la sua virtù rischierebbe di sfociare paradossalmente in un eccesso fobico.
   Ha fatto ingresso in questo locale, dove il titolare, in questo momento assente, la tratta sempre con i guanti, come una vip del jet-set. Con una mise elegante, ogni capo rigorosamente firmato e costosissimo, incedendo come una dea. La riccioluta chioma particolarmente prosperosa -da undici settimane quando va dal suo coiffeur di fiducia, Gigì, lo mette in croce, ingiungendogli di non tagliare nella maniera più assoluta la sua ‘criniera’, per farla diventare una meraviglia dell’universo-. Con pantaloni molto aderenti  -per un pelo, fiuuu!, non si sono spaccati-, inforcando un nuovo paio di occhiali, con una montatura all’ultimo grido, la demoiselle ha calamitato subito l’attenzione di molti astanti per il suo signorile charme, per la finezza ch’ella sprizza da tutti i pori. Anche chi nulla sappia di questa bruna conturbante, nel vederla di primo acchito pensa che sia una gran signora. Max, per esempio, un bullo che sta sorseggiando una Red Bull, la vede e chiosa nei suoi pensieri  ‘che gran bella gnocca da urlo!’. Che tamarro! Mai un moto poetico di amore platonico.
   Va da sé che una siffatta intellettuale, arca di scienza d’alto profilo, affermata professionista con fama di principessa chic del foro, nell’origliare le volgari fregnacce di quell’oca giuliva, zeppa di fiele, pronta a tutto per sabotare artatamente un collaudato e romantico connubio amoroso, abbia provato e provi un moto di disgusto, equiparandola a una burina cretina meritevole di essere trascinata, come minimo con l’accusa di diffamazione, nelle aule di Temi.
   Sonia forse pensa che Mara, dicendo che Beppe è infedele, racconta una bugia perché lui è fedele? Non proprio. L’avvocata/essa è l’amante di Beppe, è convinta che il gallo, bravissimo a tradire fra le sue braccia la fidanzata, a se stessa dedichi un’assoluta fedeltà, e dunque Mara ha azzeccato la verità nel presentarlo come un fedifrago maschio con un’amante, ma la sua mente mente nel dichiarare che questa ‘partner 2’  sia Pamela.

Walter Galasso