AUTUNNO CON AUTOTUNE:  EMILY DICKINSON, “L’ESTATE È FINITA”   [COVER  6 – 23/9/24]

AUTUNNO CON AUTOTUNE:  EMILY DICKINSON, “L’ESTATE È FINITA”   [COVER  6 – 23/9/24]

AUTUNNO CON AUTOTUNE:  EMILY DICKINSON, “L’ESTATE È FINITA”   [COVER  6 – 23/9/24]

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COVER

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DI WALTER GALASSO

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   È giunto al capolinea il viaggio dell’estate dell’anno in corso, ‘The End’ che in un endogeno masochismo può essere vissuto in una mezza amarezza, zero dolcezza, larvato magone, e a molti zuzzurulloni, vogliosi di spasso h24, addirittura possono girare i c…, in una rima volgare e implicitamente legata alla spasmodica voglia di mare.
   Stop a ferie e vacanze con la fulgida bellezza del cielo vero, mejo di quello che, in una stanza, funge da deuteragonista di una famosa canzone. Cala il sipario su Sole in balneazione e crawl in onde dov’è libero non solo lo stile del nuoto, ma anche, e soprattutto, lo spirito che si vuole tanto tanto divertire. Le settimane più amene, all’insegna di bagni e giochi, e nessuna spiderweb di ragni chiamati ‘doveri’, ci dicono “Arrivederci”. La temporale, trimestrale corsa di Summer, con un divertissement frizzante più di champagne in flûte, si trasforma in un rammarico somigliante a un temporale inteso come tempaccio, accio davvero.
   E arriva lui, il calunniato Autunno, temuto da molti come un teppista unno da un signorino che non sa fare a botte. Brrr, che tradimento di relax quelle gialle foglie! Mutate le fantasie che vanno mutate, esse somigliano, nel cuore di qualche uomo che non sappia prendere con filosofia una disavventura, al tradimento di una moglie che più di lui ami un suo rivale.
   In data odierna, 23 Settembre eccetera, è bene chiedersi che cosa ci sia di vero, quale percentuale sia esatta, nel cahier de doléances che riguarda questa ambigua stagione, intermedia fra il solleone e la neve, tra la sbornia a tanti watt dei climatizzatori, siberia in sintesi, e le istituzionali caldaie, che sono oggi quel che ieri furono una stufetta imperfetta o un caminetto con l’effetto collaterale della fuliggine.
   Risposta: molto -a ogni lettrice e lettore la libertà di premettere a ‘%’ un numero a piacimento-, ma non tutto. L’estate è bellissima, se qualcuno osi confutare questo asserto si merita due mesi di detenzione nel penitenziario di massima insicurezza ‘Dialettica’, ma sull’Autunno, criticata e ciclica creatura del Tempo, è d’uopo non infierire. Orsù!, esortiamo noi stessi, ognuno con l’ironia di cui dispone agli antipodi dell’ira, a tollerarne i contro, anzi a rivalutarne almeno una parte, vedendo in questi giorni pure qualche pro.
   Un lirico paradigma della capacità di vedere un bicchiere mezzo pieno, e così apprezzare anche ‘Fall’ e derivati, è racchiuso nella poesia “L’estate è finita”, di Emily Dickinson. La poetessa ribalta, con divertita e leggera grazia, l’interpretazione mainstream di questa bistrattata stagione.
   Nel prisma della sua lettura ogni mattina appare, a ben vedere, baciata da maggiore mitezza. Non è oro a 24 carati tutto ciò che luccica nel lemma palindromico ‘afa’ che tanto piace agli stabilimenti balneari, il troppo stroppia o storpia, e in napoletano pure struppia, ci sono effetti collaterali in una bella tintarella se chi la prende, non sotto l’ombrellone, s’addormenta e poi si scotta, per non fare che un esempio. Adesso, invece, “Sono più miti le mattine”, ergo sale di un punto lo score dell’ex imputato chiamato Autunno.
   Il volto d’una bacca diventa, in una palese impennata della sua rotondità, più idoneo a entrare a far parte d’una cornucopia.
   Quanto al ‘pianeta outfit’, che, è noto, dalla notte dei tempi fa parte del mezzogiorno del glamour, l’acero, che non è un vegetale di serie C, sfoggia un look assai trendy con l’alto tasso di gaiezza in una sciarpa affascinante, quantunque non griffata. E vogliamo parlare di una sfiziosa, civettuola “campagna”? Questa entità, da un lato signorina squinzia, dall’altro signora sciura, dal 23 settembre fino all’inizio dell’inverno indossa una gonna scarlatta che mette d’accordo tutti i mosconi che le ronzano intorno: le sta a pennello, quel colore si attaglia meravigliosamente, in tutte le sue suggestive nuances, ai suoi significati bucolici e georgici.
   Vantaggi quasi à gogo, pro che profumano di modernità, di avanguardia horse ligne, tant’è che Emily, per essere all’altezza di quest’autunno che tu, tu generico e tradizionale, non ti aspetti, si rende conto, nella virtuosa punta della sua penna -superdotata antenna che capta senso non pervenuto ad animi senza parnaso-, che deve mettersi un gioiello se non vuole apparire d’antan e antiquata. L’estate è finita, forse da qualche parte scende la pioggia ma che fa, Fall-Autunno è diventato un eroe positivo, sebbene talvolta maudit.
   I suoi difetti sono stati emendati dalla poetessa come le stonature d’una canzone dall’Autotune, e iniziare ad attraversarlo equivale, in una culturale sensibilità, a progredire, a salire i gradini della scala nella “COVER” di questa pubblicazione.

Walter Galasso