ALLA FARFALLA   [LETTERA A OGNI FARFALLA]

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COVER

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DI WALTER GALASSO

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   O deliziosa Musa di facile allegoria, i tanti versi con cui i poeti, grandi e non, t’hanno già accarezzata non portano via la lirica voglia di cantare il tuo raffinato valore.
   Piccolo essere di maestoso potere, la Natura ti nominò, nella luminosa notte dei tempi, squisita Ambasciatrice, presso il nostro stupore, di un volto della sua grazia eterna. Il tuo musicale volo, che cambia un po’ l’aria con timido garbo, spazia nell’atmosfera come mera educazione, dolcezza allo stato puro.
   La tua eccellenza, sempre aliena da superbia, deve essere raccontata ab ovo, dal primo istante del tuo cammino nel tempo, poiché è un’eccezione di razza, show che sfiducia eventuale e assurda indifferenza prima ancora ch’essa osi calunniarti. Come un inviolabile segreto, un occulto rebus destinato a gloria, un incipit diversissimo dall’apogeo della trama, splendi discreta nella potenzialità dell’uovo, e l’uomo già qui ha da imparare. Nella genesi parti in maschera, come in un mondano party il protagonista si mimetizzi in un secondario angolo della scena. Il vizio di altri è l’hobby di montagne che partoriscono un topolino: tu sei come il contrario, come un apparente topolino che sul più bello comunichi l’Everest. Ti evolvi passando dal brivido, br…, del bruco che sembra poco, l’icona d’una battuta d’arresto, il sabba della disarmonia cristallizzato in una negazione del volo. La rovente beffa dell’apparenza, che lo copre come tende e così inganna gli occhi, truffa accettata a malincuore da chi si arrende per penuria di pazienza, nella tua diacronica e quasi fiabesca storia evapora come una minuscola goccia d’inquinata acqua punita da dardi solari. Certezze esatte e ipotesi fallaci, montagne russe negli studi dei pensatori, in te sfociano nel falso falso che s’inchina al vero. Il remoto bruco è risucchiato da un’apoteosi in fieri. Chi sia affetto dalla smania di vedere come esso vada a finire talvolta sciupa la tua identità di pupa, ma basta guardare meglio, basta aspettare, basta rispettare la crisalide, per avere il fortunato premio di vederti in fulgida entelechia, matura nella Natura.
   Sei meravigliosa quando decolli su una rosa, affascinante quando speroni il vuoto e metti sotto torchio, col tuo moto sopraffino, ogni rischio di brutta banalità nelle traiettorie delle tue piroette. Il tuo exploit non umilia chi non riesca a emularlo, semmai lo consola mentre magnanimo vola. Il tuo ritmo è già note. Battito d’ali e, op là, dai il la a una sintetica rivoluzione nell’ambiente.
   Tu, regina piccolina, vivi in affinità elettive con l’aquila maestosa e il velocissimo falco. Sei Étoile nel ballo degli elementi, capace di coniugare universale brio e calma olimpica, salendo da piste di foglie verso quote profumate, tuffandoti con armonioso tempismo da trampolini di petali, che se tu decidessi d’emigrare in un’altra Galassia inventerebbero un proprio pianto, e la sua eco in tutto l’Universo, per supplicarti, in una preghiera green: “Ritorna, per favore, senza te siamo tristi, misti a un non so che d’incompleto”.
   Splendida, corrusca creatura, campionessa di colori, nella tua venustà sempre fermentano invisibili, eppur concretissimi, lieviti di Libertà. Eviti a priori la cosmica depressione di qualche astro, galvanizzi la serenità anche nei cuori insicuri e decadenti, sei paradigma di un gioco che funziona comunque.
   Che tu, umilissima star, ci creda o no, incuti soggezione pure ai draghi, in un miracolo in cui la Forza, arrogante imperatrice della Storia, retrocede mentre perde la maiuscola. Forse essa non è del tutto esautorata, non è depauperata dell’intero trono, sicuramente, però, deve cederne la metà all’artistica possanza della poesia.
   Maestra farfalla, autrice di spettacoli pari a sorrisi, leggiadra entità che esorti gli animi a trionfare con calma in un teatro di Parnaso e di arte varia, concedimi l’onore di essermi amica. Chiedo al vento di scemare se sia nei tuoi paraggi, per non correre il pericolo di sciupare le tue ali fenomenali. Chiedo all’aria del mondo di proteggerti, e alla Filosofia Universale di propiziare, quando tu ti libri nel tuo destino, tutta la Fortuna che merita la tua elegante e dolcissima grazia.

Walter Galasso