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DI WALTER GALASSO
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Mission: sopportare -nel senso di rispettare con squisita e obiettiva apertura gnoseologica- le contraddizioni. Una verità semplice può far comodo a una mente -banale, pigra, affetta da inerzia-, ma essere ‘pseudo’, parzialmente o totalmente falsa, inferiore alla sorella con la maiuscola, quella Verità spesso complessa. Il cervello fazioso, che disprezzi tout court chi la pensi diversamente, è utile solo a qualche studioso che voglia comprendere come fu l’umanità ai tempi in cui Berta filava, millenni fa, nelle zone più arretrate del globo terracqueo. Nel frattempo è fluita molta acqua sotto i ponti, e fra queste gocce è accaduto, per non fare che un esempio di Progresso, l’Illuminismo. Il soggetto arrogante se è ‘bianco’ monta in bigoncia e schifa, puah!, il ‘nero’; se è ‘nero’ detesta il bianco, dicendone di ogni, sputando sulla sua reputazione. Io e i miei amici abbiamo ragione da vendere, il mio avversario e i suoi conniventi hanno torto marcio. Come recita il titolo dell’articolo in oggetto, “…raramente pensiamo in bianco e nero”. La scienziata Nesibe Kahraman, in una parenesi all’insegna della psicologia, esorta a percepire, in tutta la loro florida ricchezza cognitiva, altre prospettive, insegnando la TOLLERANZA della loro pregnante alterità.
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All’uopo bisogna superare la rigida dicotomia fra ‘giusto’ e ‘sbagliato’, imparando il gusto della significativa contraddizione, e così attingendo una bella armonia con il dissidente e, in ultima analisi, anche con il proprio cervello, che può attingere dialetticamente un culturale pabulo dalla fonte di un’opinione diversa. La dottoressa insegna che nella conoscenza possono costituire degli errori sesquipedali una difesa a priori, con becera forza, delle proprie credenze, e il convincimento che l’avversario sia un nemico che le attacca con mavorzia ostilità.
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Suvvia!, mettete giudizio o aficionados di voi stessi, perdutamente innamorati delle vostre idee, sempre pronti a pontificare, a contrapporre, in una specie di manicheismo assai propizio al narcisismo del vostro Ego, la vostra ragione e l’altrui (presunto) sbaglio, equiparato a una ‘fregnaccia’. Alé!, imparate dall’alta cultura l’Ambiguitätstoleranz, la tolleranza per l’ambiguità.
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Walter Galasso