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DI WALTER GALASSO
Trame, dunque storie, diacroniche e letterarie vicende, che si sviluppano alla velocità della Luce, notoriamente monstre. Nei guai il lettore che si dimentichi in un’étagère la sua insight. Fantasmagoria e cosmico caleidoscopio di colori sulla speciale dozzina di ettari dell’Orto Botanico, oasi con entrature nei piani alti della cultura, amico intimo di superpotenze come l’Accademia dei Lincei e la Sapienza, prestigiosa Università di Roma. Un sogno razionalissimo, una fantasia con i piedi per terra e le radici nel sacro suolo della Città Eterna.
Dici Orto e qualcuno, fidanzato con l’ingenuità, può pensare solo a pomodori e basilico, e invece l’aggettivo Botanico aggiunge tanta roba. I visitatori cadono e salgono in estasi, i loro occhi sono in brodo di giuggiole tra eccellenze del ‘Made in the Universe’.
Cedri -chicche esotiche- dell’Himalaya; l’orchidea Vanda, soubrette della flora; piante grasse succulente; il Giardino dei Semplici, che canta meglio dell’omonima band vintage; l’Hanani in primavera, dentro il fiabesco Giardino Giapponese, e il foliage autunnale -senza spleen- degli aceri camaleontici; uno stupore quattro stagioni davanti al Kauri del Queensland -alias: ‘Il Gioiello dell’Orto di Roma’-, che con la sua altezza -10 metri × 3- rischia di iniettare un complesso d’inferiorità in un giocatore di basket. Solo alcuni esempi di mirabilia vegetali, ora ulteriormente impreziosite da ‘Trame di Luce’, corrusca mostra di Light Art, kermesse itinerante, in questo periodo felicissima, nella sua anima impersonale, di essere a Roma.
A livello didattico postmoderne guide, in download su smartphone e iPhone, vanno a braccetto con qualche classico cicerone d’altri tempi, qualche persona al servizio dei visitatori qual Baedeker in carne ed ossa. Un’avventura luminosa, fulgida, bellamente en plein air, a livello immersivo, possibile dalla fine di novembre al 6 gennaio. Una fonte di arricchimento culturale, merito di entità estrose come Unità C1 -nulla a che fare con un film poliziesco, è un Gruppo Creativo-, coniugata con il coinvolgimento di studenti talentuosi -fortunatamente termini come talento e merito ancora non sono stati dichiarati illegali-, grazie all’impegno di gruppi pedagogici, per esempio la start up Natura 4.0 -non fate caso al numero, continuerà a salire, ad maiora-.
Un ottimo cadeau artistico per il prossimo Natale. I visitatori, in un tour d’experience permeato di feedback tra attori e spettatori, si tufferanno in un edonismo a galattici livelli, assaporando, con eclettismo multisensoriale, immagini baciate da musica. Le Tappe sono 22, con un mix di onirica rêverie e scientifica attenzione, chiara e distinta, allo show percettivo di installazioni che la sanno lunga. La poesia gioca con la narrativa, e viceversa.
Non spoilero nulla, eccetto qualche nuance, come ‘Electric Waterfall’, la Gioia dei Giganti e la ‘Corsa ai regali’, un titolo che lumeggia -è proprio il caso di usare questo verbo- molto perspicuamente la valenza anche narrativa di queste opere. Denominatore comune Lei, la Luce con i suoi fenomenologici giochi ad alta definizione, producendosi in sorrisi a tanti watt se qualche umano protagonista si impegni pure per mettersi in mostra in una voglia di successo sociale. Lei no, è superiore a queste tentazioni, i suoi raggi sono spettacolo allo stato puro e disinteressato.
Lo spettatore resta a bocca aperta, ‘encantado’ davanti a immagini peregrine, gioia del Sistema Pantone, colori à gogo, tourbillon di tinte in giubilo sintetico. Le pupille vedono e la mente, con il suo invisibile naso poetico, fiuta l’odore kantiano del Sublime. L’apparenza, hors ligne, di queste opere ipnotizza, calamita, aggioga a fin di bene, scaglia addosso all’Indifferenza i sapori che tu puoi trovare, su etti di carta in una biblioteca del lontano passato, nei versi di un sonetto perfetto. ‘Trame di Luce’ è possanza antica e avveniristica, perché i valori filosofici profumano d’eternità, non hanno mica una modaiola data di scadenza, saranno esattamente come furono.
Quelle policrome meraviglie sono soggettivistica occasione, in chi le contempli, di un voyage, evergreen e siderale, in sé, nella spirituale sintesi in cui l’Universo può essere compresso nel microcosmo che alberga in ogni persona. Poeti di tutti i Paesi, unitevi nella Luce!
Walter Galasso
Sono andata lo scorso anno e sono rimasta incantata…era come vivere in un tempo sospeso e pieno di poesia. È un bel regalo poterci andare.