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COVER
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DI GABRIELE BOCCIA
Non odo il frinire estivo
né vedo il frangere d’ali
di farfalle, solo soffi di vento
e flutti di pioggia che cede
il passo ad un caldo troppo afoso.
Mi sembra un’estate sprecata,
troppo confusa e troppo caotica,
senza una sua identità.
Il mondo guarda stanco
mentre tutto sfugge di mano.
Ho paura di essere goccia anch’io:
cadono ripetitive
senza dar altro che un’informe
pozza. Attorno a me vedo
tante gocce, tanti pianti silenti.
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Questa è la poesia che dà il nome all’intera raccolta in quanto ne incarna il nucleo fondamentale: la giovinezza. Sì, le nuove generazioni in Italia (e in generale nel mondo) sono veramente sprecate: si adagiano sugli allori del plagio, del menefreghismo, della superficialità e quella che dovrebbe essere l’”estate” della nostra vita, finisce solamente per essere un triste nuvolone, grigio e caldo assieme, quella sensazione di umido appiccicoso e sporco che ti rimane addosso, ma l’essere un ragazzo o ragazza non dovrebbe essere così.
Gabriele Boccia