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COVER
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DI GABRIELE BOCCIA
Fuori la chiesa, senza telefono
senza ombrello, e piove.
Quasi solo con lo scroscio,
mentre le catinelle dei pensieri
cadono incessanti, allagando
vie e sentieri.
Del ruscello che non riesco
a fermare, pozze e specchi
mi rimandano a ciò che dovrei
essere, apparire, fare.
Mi chiedo quando terminerà
questa pioggia che ferma l’estate,
di cui sento solo flebili echi.
Un micio assieme a me,
compagno in quest’attesa;
si avvicina e si accoccola
un poco diffidente.
Si protegge dalla pioggia di oggi
io invece mi inondo con
l’acquazzone del domani.
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Era una domenica mattina, la funzione era appena finita e mi sentivo completamente distaccato dalla realtà, ma connesso al mondo; come se la pioggia e il gatto ragionassero assieme a me e cercassero di consolarmi per qualcosa che oggi nemmeno ricordo, probabilmente ero spaventato e in ansia per un futuro pieno di novità, come capita spesso. Questi due elementi quel giorno mi hanno insegnato a quietarmi nuovamente, non avere fretta e sentire ogni singola goccia cadere sui sanpietrini.
Gabriele Boccia