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COVER
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DI WALTER GALASSO
Dante, falco pellegrino, nato sul tetto del grattacielo Burj Khalifa, a Dubai, e poi diventato parmense d’adozione, e Marco, umano, il suo pet owner. Due fratelli, coesi come la chiave e il materozzolo, forse di più. Inseparabili, chi lede l’onore dell’uno deve poi fare i conti anche con la fraterna vendetta dell’altro.
Diversi i segni particolari del primo. Due su tutti: è uno splendido esemplare, tant’è che è assurto all’onore mondano di essere, su un gettonato tabloid internazionale, il protagonista della cover; è soprannominato “Luce”, per la sua strepitosa velocità. In privato, non sotto i riflettori di qualche pubblica esibizione, ha raggiunto nientepopodimeno che i 389 km/h; a livello ufficiale il suo record è inferiore, ma resta stratosferico: ammonta alla bellezza di 358 chilometri. Chapeau!
I due brothers vivono felici e contenti, si vogliono bene, l’uomo, giustamente, si bea del sodalizio con cotanto campione, il quale, dal suo canto, nonostante la sua importanza, non se la tira, è un asso alla mano, anche un po’ poetico. Quando, per esempio, lavorando in un contratto part-time con il Comune di Parma, ha il compito di osteggiare intemperanze di qualche gabbiano, evita di stecchirlo, ché è buono e si dispiace. Si limita, sa lui come, a fargli capire pacificamente ‘sciò, bulletto, prima che m’incazzi’, e l’altro, vista la malaparata, scappa via, ma incolume.
Purtroppo nel rapace Dante, come nell’umanità, il parnaso può tirare un brutto scherzo a livello di serenità. Troppa sensibilità talvolta cagiona fragilità interiore: l’altra faccia d’una medaglia nel complesso, al netto del negativo Lato B, affascinante. Al wonderful falco, quando sui calendari dell’anno in corso è scritto Luglio, succede una disavventura spirituale. Arriva una fase di muda, il suo stupendo piumaggio subisce una suggestiva metamorfosi, e lui prova un’emozione così intensa che inietta nel suo stato d’animo un destabilizzante turbamento. Un soqquadro che, in un effetto domino, ne causa un drammatico e involontario esilio.
Giova una premessa. Dante abita nel capoluogo, in un pied-à-terre che è una sorta di dépendance della casa di Marco, e viaggia ogni giorno, recandosi a Traversetolo, dove il suo umano ha un allevamento di suoi simili -lo aiuta come istruttore senior dei pivelli falchetti-. È un collega di tanti pendolari, con la differenza che questi ultimi fanno su e giù a bordo di treni piuttosto lenti, mentre lui è stato citato da un quotidiano locale come un fulgido esempio di “Alta Velocità nei cieli”. Il Frecciarossa, anche all’apogeo del suo sprint, gli fa un baffo. Una situazione ottima, ma nella suindicata emozione, postmuta, il top player si busca uno spaesamento. In uno dei viaggi verso il paese perde la trebisonda, sprofonda in un irrazionale scombussolamento, e si allontana, gettando nello sconforto Marco.
L’uomo, quando l’amico non ritorna e lui lo cerca invano, si dispera. “Dantee!! Danteee!!! Danteeee, dove sei!!!! Ti prego, fratello mio, non farmi questo!”. Il suo cuore e la sua mente, che cooperano in tandem per ritrovare quel numero uno della celerità, non riescono a capire se se ne sia scappato apposta, forse irritato da qualche inconsapevole errore dell’italiano, oppure se la sua sparizione sia dovuta a qualche fattaccio, come un sequestro con estorsiva richiesta di un riscatto. Il signor Marco, spesso piangendo, lo cerca ovunque, e ovunque non cava un ragno dal buco. Cade in depressione, a tal punto da abbandonare politicamente la Sinistra, per cui ha votato dal suo diciottesimo genetliaco fino alla scomparsa del suo amato falco. Continua, con resilienza e tetragona speranza, a cercarlo, per molte settimane, ma una voce endogena, proveniente dalle profondità di sé, gli consiglia di farsene una ragione: recuperare quell’aereo con le piume è più complicato che individuare mezzo ago in un doppio pagliaio. Il signore lancia appelli, a giornali come il Corriere della Sera e la Gazzetta di Parma, ma racimola solo la miseria di un avvistamento in quel di San Pancrazio. Va, vede, perde: di Dante nemmeno l’ombra del becco. Soffre, nel suo amore ferito a tradimento da una sfortuna che non guarda in faccia a nessun amante degli animali.
Ma, ormai prossimo a lanciare un S.O.S. a uno psicanalista, per dargli il compito di curare il Sole nero che è purtroppo sorto nel suo animo, gli arriva una telefonata di due fidanzati, Valentina e Dario, amici a cui in passato ha presentato l’uccello. Gli dicono dove si trovano e “Reggiti forte, abbiamo una notiziona da darti: siamo vicini a Dante”. Questo animalista doc, pazzo di gioia, nemmeno ultima la call. Si precipita lì. E quando Marco e Dante si rivedono… E quando Dante e Marco sono, dopo due mesi, di nuovo vicinissimi… Per chi assiste alla scena risulta difficile trattenere lacrime. Titola il Corsera: “Marco è la persona più felice del mondo”.
Walter Galasso
Mi sono commossa…